喜876: Peccatum VI: Invidia


Poi fummo fatti soli procedendo,
folgore parve quando l’aere fende,
voce che giunse di contra dicendo:
“Anciderammi qualunque m’apprende”;
e fuggì come tuon che si dilegua,
se sùbito la nuvola scoscende.
Come da lei l’udir nostro ebbe triegua,
ed ecco l’altra con sì gran fracasso,
che somigliò tonar che tosto segua:
“Io sono Aglauro che divenni sasso”.


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